Una talent valley, ovvero un villaggio dedicato ai giovani talenti in grado di intercettare e valorizzare i «nomadi digitali», ma anche uno spazio di coworking, un acceleratore di apprendimento pensato anche per il terzo settore, un incubatore di startup a impatto sociale, un contesto di eccellenza che dedichi però un’attenzione particolare anche ai giovani in difficoltà (come ad esempio quelli affidati ai servizi sociali). Il tutto, in un contesto di rigenerazione urbana. È la nuova sfida che Edulife – la Fondazione scaligera che si occupa di innovazione didattica e di sviluppo progettuale a favore dei giovani e del loro inserimento nei contesti professionali – ha lanciato e presentato a un nutrito gruppo di «amici a noi vicini», rappresentanti del mondo economico e istituzionale. Presenti all’appuntamento, tra gli altri, l’assessore alle Politiche sociali di Verona - nonché presidente della Conferenza dei sindaci - Luisa Ceni, il direttore generale della Fondazione Cariverona Filippo Manfredi, il presidente di Assimp Mauro Galbusera, il presidente della Fondazione Apollinare Veronesi Chiara Ballini, e gli imprenditori Sabrina Strolego, Antonio Rossetto, Aldo Brendolan e Corrado Righetti, ad di Sharp Italia.
Il road show Il villaggio sorgerà su una grande area verde nell’immediata periferia di Verona (al momento sono in corso contatti per individuare il sito più idoneo). Costo dell’operazione, sei milioni di euro: tre dovrebbero giungere dai grandi investitori, due da una ventina di imprese selezionate, l’ultimo dal crowdfunding.
Il road show dell’iniziativa è in partenza, con il via in programma l’1 maggio. Per realizzare questo ambizioso progetto, Edulife ha stretto un’alleanza strategica con un’altra Fondazione, la padovana Etisos (che ricerca, elabora e contribuisce alla realizzazione di strumenti operativi finalizzati a una transizione ambientale e sociale sostenibile).
La fuga dei cervelli Insieme, Edulife ed Etisos hanno costituito uno strumento assolutamente innovativo: il primo fondo di venture philanthropy ad impatto in Italia, denominato 245 Fund. «L’emigrazione dei cervelli, il disagio giovanile, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale stanno mettendo a dura prova i modelli educativi ed economici finora adottati – ha sottolineato Antonello Vedovato, presidente della Fondazione Edulife - è ormai urgente individuare e attuare risposte innovative. Occorre in particolare creare luoghi attrattivi, interdisciplinari, intergenerazionali e ad alta intensità interculturale, dove i giovani possano scoprire la propria vocazione, valorizzare i propri talenti e sviluppare progetti imprenditoriali sostenibili ad alto impatto sociale ».
La transizione Fabio Salviato, presidente della Fondazione Etisos (già fondatore di Banca Etica ed ex presidente della Federazione europea delle banche etiche), ha aggiunto che «in una fase di transizione strutturale, i valori non economici di attività economiche sono quelli in grado di operare il cambiamento», mentre per Jean Paul Muller – economo generale della congregazione Salesiana – questo deve avvenire «nel contesto dello sviluppo di un ecosistema multipolare». Allargando lo sguardo poi all’importanza della collaborazione tra enti, istituzioni, imprese e privati. «Le competenze esclusive non esistono più. È il tempo delle contaminazioni – ha sottolineato Giorgio Mion, professore di Economia aziendale all’università di Verona - anche la finanza deve dimostrarsi strumento in grado di creare capacitazioni. E la sfida principale, oggi, è trovare luoghi di senso». Ha concluso l’appuntamento Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona. «Iniziative come il 245 Fund e la Talent valley ci aiutano a immaginare non solo un futuro sostenibile per le nuove generazioni ma anche modelli di impresa alternativi, da seguire e da studiare», le parole di Manfredi, «la nostra Fondazione è impegnata da sempre a sostenere e valorizzare tutti quei progetti attrattivi che possano diventare anche buone pratiche».
Arriva il 245 Fund. Nuovi finanziamenti per la Talent Valley
