Investimenti green, ritorno (quasi) sicuro. Con più informazione

15 mag 2023

Il tema della sostenibilità è partito dall’osservazione del cambiamento climatico e delle tracce che lasciamo nell’ambiente, la nostra cosiddetta “impronta ecologica”. E pensando alla sostenibilità viene in mente anzitutto l’ambiente. Il concetto di sostenibilità, tuttavia, è oggi inteso in un senso molto più ampio che riguarda non solo l’ambiente, ma anche la società e l’economia. Alcuni degli obiettivi di sostenibilità hanno infatti a che fare con il contrasto alla povertà, il diritto alla salute ed all’istruzione, la salvaguardia dell’ambiente, l’uguaglianza sociale e di genere. A ricordarlo è il professor Alessandro Bucciol, che insegna econometria dei mercati finanziari all’università di Verona e inquadra la questione.

Dalla sostenibilità alla finanza «Il tema della sostenibilità è diventato popolare nel 2015 quando l’assemblea generale dell’Onu ha sottoscritto l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Quando si parla di sostenibilità, ci si riferisce ad un nuovo modello di società, più responsabile e che cerchi non solo di soddisfare i nostri bisogni ma lo faccia anche nel rispetto dei bisogni di chi verrà dopo di noi», spostando poi l’attenzione sul tema della finanza “green”. «Mettere in pratica obiettivi sostenibili richiede tempo e grandi investimenti di denaro. Il mondo della finanza, vedendo importanti prospettive di sviluppo e di guadagno, ha da tempo deciso di inserirsi in questo ambito. Le imprese che operano nel campo della sostenibilità dovrebbero così rispettare i cosiddetti “fattori ESG”, ovvero l’insieme dei temi che riguardano ambiente, società e modalità di gestione delle aziende». Manca però un’informazione adeguata sul tema. «I cittadini italiani non sono sufficientemente informati sul tema. L’unico contatto diretto che hanno con gli investimenti sostenibili è l’obbligo di compilare in banca i questionari MiFID sulle proprie conoscenze ed esperienze finanziarie con una integrazione che riguarda le preferenze in tema di sostenibilità», conferma Bucciol, «per il resto, ogni forma di approfondimento è lasciata alla libera iniziativa di banche, consulenti e singoli investitori».

Se si aggiunge che il livello generale di educazione economico-finanziaria in Italia è tendenzialmente basso rispetto agli standard internazionali (come risulta nelle rilevazioni dell’Ocse e di altre organizzazioni), emerge come i cittadini siano impreparati davanti a questo cambiamento epocale nelle modalità di concepire un investimento. «L’assenza di adeguata informazione porta a rimanere esclusi dalle opportunità di investimento o, peggio ancora, affrontare investimenti di cui non si è pienamente consapevoli. È come trovarsi a guidare una automobile con gli occhi chiusi».

Opportunità per tutti Tra le “sfide” da vincere c’è una maggiore promozione degli strumenti finanziari “verdi”, una più massiccia collaborazione tra gli Stati, l'individuazione di strategie e misurazioni più chiare. Cercando di capire se siano questioni che riguardano solo operazioni finanziarie di un certo livello oppure anche i privati cittadini. «Sono questioni che riguardano tutti, compresi i privati cittadini. Con lo sviluppo attuale dei mercati finanziari, e la diffusione del banking e del trading online, ormai chiunque può investire facilmente nei mercati di tutto il mondo e, se lo desidera, scegliere investimenti ESG», prosegue l’esperto veronese. «Il settore finanziario, a volte (non a torto) demonizzato per il suo disallineamento con l’economia reale, ha il compito di trasferire risorse dai risparmiatori (come le famiglie) agli investitori (aziende). L’attenzione verso investimenti sostenibili è sorta come necessità per il pianeta, ma la finanza non se ne sarebbe avvicinata se non ne avesse visto opportunità di guadagno. Si tratta di trasformazioni strutturali, destinate a durare per decenni e cambiare il mondo che conosciamo in modo duraturo, anche se nel breve periodo queste forme di investimento possono risentire in negativo della speculazione o di elementi di disturbo esterni (come pandemie o guerre), nel medio-lungo periodo garantiscono ritorni economici sicuri in quanto tutto il pianeta si sta spostando in quella direzione», magari allargando ancora di più l’informazione sui temi economici.

Nella vita di ogni giorno «Di economia si parla poco, e quando lo si fa è in genere con toni negativi (inflazione, disoccupazione, calo degli indici di borsa), l'economia riguarda però la nostra vita di tutti i giorni. Spesso la gente mostra malcontento verso la finanza perché le sono stati proposti non tanto prodotti scadenti, quanto prodotti non adeguati alle loro esigenze, magari troppo complessi o troppo rischiosi per le proprie caratteristiche. Da anni in Italia si tiene ad ottobre il "mese dell'educazione finanziaria"», ricorda Bucciol, «con una serie di iniziative pensate per portare a conoscenza di un largo pubblico temi chiave dell'economia e della finanza. Tra il 2019 ed il 2021 l'università di Verona ha sviluppato una campagna di sensibilizzazione promossa dalla Regione del Veneto e chiamata "Il futuro conta". L'iniziativa ha portato in numerose città e paesi del Veneto incontri e altre forme di contatto non tradizionali (teatro, presentazioni di libri) per parlare di educazione finanziaria alla cittadinanza, in un modo accessibile e aperto a tutti. I numeri mostrano interesse da parte della cittadinanza e lasciano intendere che, se le istituzioni volessero investire in formazione, troverebbero terreno fertile nei cittadini».Recenti indagini internazionali dell'Ocse e di altre organizzazioni, rivelano che il livello di conoscenza economico-finanziaria in Italia è generalmente modesto ma non per tutti indistintamente. «Alcune categorie ( donne, giovani e anziani) sono più vulnerabili e necessitano di maggiore attenzione, i giovani sono solitamente incuriositi da argomenti molto specifici (come le criptovalute) di cui non comprendono fino in fondo i rischi, e necessitano di aiuto per tenere traccia delle proprie spese e familiarizzare con nuovi strumenti di pagamento come quelli digitali, che essendo immateriali possono facilmente far perdere la consapevolezza che si sta spendendo. I giovani hanno bisogno di aiuto per imparare a pianificare i propri obiettivi futuri, come l'acquisto di una casa, la formazione di una famiglia o il raggiungimento di un livello adeguato di consumi in età pensionistica. Tema che diventerà sempre più cruciale nei prossimi anni».

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