Più della metà degli investitori punta sul verde

LA RICERCA 14 mag 2023

Si mantiene elevata l'attenzione di enti previdenziali, fondazioni di origine bancaria e comparto assicurativo nei confronti della sostenibilità: il 52 per cento dei rispondenti alla survey annuale curata dal Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali dichiara infatti di adottare già politiche di investimento sostenibile, un dato in calo però rispetto al 56 registrato nel 2022.L'80 di quanti ancora non lo fanno ne ha già perlomeno discusso in Cda in ottica futura. Sono 123 gli enti rispondenti nel 2023, contro i 106 dello scorso anno, per un totale patrimoniale - al netto delle compagnie di assicurazione - di oltre 246 miliardi di euro (219 nel 2022), pari a circa l'86,5 per cento dei patrimoni finanziari totali degli investitori, previdenziali e fondazionali, italiani. Nonostante la percentuale di chi risponde «sì» (il 52 per cento del totale) all'adozione di politiche Sri (acronimo per Sustainable and responsible investment) risulti leggermente inferiore allo scorso anno, il questionario conferma una generalizzata crescita degli investimenti sostenibili. «A fronte dell'allargamento del campione, si abbassa la percentuale aggregata ma - puntualizza Gianmaria Fragassi, coordinatore del progetto - si alza il numero di enti virtuosi, che diventano 64 sui 123 intervistati» Sono in linea con le precedenti edizioni le ragioni che si spingono verso la finanza Sustainable and responsible investment, a cominciare dalla volontà di contribuire allo sviluppo sostenibile (86 per cento). Se quella etica resta comunque la motivazione preponderante della scelta, non vanno comunque trascurate anche ragioni che rispondono a necessità diverse, tra cui quelle squisitamente finanziarie: seguono infatti con il 69 per cento una più efficace gestione del rischio in portafoglio, con il 44 il miglioramento della reputazione dell'ente e dunque, con il 22, quello della performance e dei rendimenti finali. Per quanto riguarda il modo in cui le politiche d'investimento sostenibile vengono implementate, l'indagine offre uno spaccato sia delle strategie utilizzate sia delle modalità con cui i criteri Esg (Environmental social governance) vengono applicati maggiormente. Con un valore in crescita rispetto al 2022, al primo posto si posizionano per il quinto anno consecutivo le esclusioni (60 per cento), seguite da investimenti tematici (34) e convenzioni internazionali (33). Le esclusioni riguardano soprattutto prodotti collegati al mercato delle armi (93 per cento).Molti anche gli enti che escludono completamente dal loro portafoglio investimenti riconducibili a gioco d'azzardo (64) e pornografia (62). Se l'ambiente raccoglie il 35,3 per cento delle preferenze, la governance tocca quota 32,8 e la componente sociale invece il 31,8. Un'ulteriore dimostrazione arriva invece dai dati relativi agli investimenti tematici: anche in questo caso, chiara la predilezione per i temi ambientali (dalla mobilità alle infrastrutture) ma comunque significativi gli investimenti in silver economy (29 per cento) e Rsa (26).

Un progetto di
Main partner
Gold partner