Vantaggi per tutti, ma attenzioni a rischi, come quello del «greenwashing finanziario». Con le imprese in prima fila ma anche la chiamata dei cittadini a comportamenti responsabili perchè l’economia sostenibile non sia solo un concetto astratto ma generi un ciclo virtuso reale. A parlare del tema è Maurizio Malpede, docente all’università di Verona dove insegna nel dipartimento di Scienze economiche «enviromental economics», o economia dell’ambiente, e macroeconomia.
Cosa si intende per finanza green?
Per green finance si intende l'insieme delle attività finanziarie che hanno come obiettivo la promozione di progetti e iniziative a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale. La finanza green comprende diverse tipologie di strumenti, tra cui i fondi di investimento sostenibili, i prestiti e le assicurazioni “green”. Il prestito verde, ad esempio, è uno strumento che incentiva il debitore a raggiungere obiettivi di performance di sostenibilità concordati con il creditore, come un miglioramento del rating ESG (Environmental, Social e Governance). In pratica, si tratta di prestiti, spesso a tassi agevolati, che vengono erogati per finanziare progetti di energia rinnovabile, efficienza energetica e mobilità sostenibile.
Con quali vantaggi e quali rischi?
La green finance porta vantaggi per tutti. Contribuisce alla transizione verso un'economia più ecologica e inclusiva, oltre che di offrire opportunità di rendimento e diversificazione a risparmiatori e investitori. I vantaggi però si estendono anche alle aziende, i cui progetti sostenibili possono essere finanziati a costi ridotti, ed infine all’intera società con servizi e infrastrutture più efficienti. Tuttavia, la green finance non è esente da rischi. Un rischio concreto è il cosiddetto "greenwashing finanziario", ovvero la pratica di presentare come sostenibili investimenti che in realtà non lo sono. Inoltre, c'è il rischio che i fondi destinati a progetti sostenibili vengano dirottati verso attività non sostenibili o addirittura dannose per l'ambiente.
Come valutare le ricadute in termini economici di scelte sostenibili?
Esistono diversi metodi per valutare le ricadute in termini economici di scelte sostenibili, a seconda del contesto e degli obiettivi. L'analisi costi-benefici, il valore aggiunto verde, che misura la quota di valore aggiunto generata da attività economiche che contribuiscono alla transizione ecologica, come le energie rinnovabili, l'efficienza energetica, la gestione dei rifiuti, quindi il ritorno sull'investimento sociale, che calcola il rapporto tra il valore sociale creato da una scelta sostenibile e il costo dell'investimento necessario per realizzarla. Questi metodi possono aiutare a dimostrare che le scelte sostenibili non sono solo etiche e responsabili, ma anche convenienti e vantaggiose per l'economia e la società.
Quanto le nostre aziende stanno operando in una direzione che sia sempre più "green"?
Secondo il rapporto GreenBiz 2020, il 90 per cento delle aziende intervistate ha dichiarato di avere almeno un obiettivo ambientale, e il 75 per cento ha affermato di averne più di uno. Tra le principali aree di intervento, spiccano la riduzione delle emissioni di gas serra, l'efficienza energetica, la gestione dei rifiuti e l'uso delle energie rinnovabili. Tuttavia, non tutte le aziende sono allo stesso livello di impegno e di risultati. Il rapporto evidenzia anche alcune sfide e barriere che ostacolano la transizione verso una maggiore sostenibilità, come la mancanza di incentivi finanziari, la resistenza al cambiamento, la scarsa integrazione tra le funzioni aziendali e la difficoltà di misurare l'impatto ambientale. Per superare queste sfide, le aziende devono adottare una visione strategica e sistemica della sostenibilità, coinvolgendo tutti i livelli organizzativi e i portatori di interesse. Inoltre, devono sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalle innovazioni sociali, che possono aiutare a creare soluzioni efficaci ed efficienti per ridurre l'impronta ecologica e aumentare il valore aggiunto.
Quanto i singoli cittadini possono incidere allo sviluppo sostenibile con le loro scelte personali?
Innanzitutto, possiamo contribuire allo sviluppo sostenibile riducendo il nostro impatto ecologico, cioè la quantità di risorse naturali che consumiamo e di emissioni di gas serra che produciamo. Quindi utilizzare fonti di energia rinnovabile, come il solare o l'eolico, risparmiare energia elettrica, scegliendo apparecchi a basso consumo e lampadine a led, ridurre il consumo di acqua e la produzione di rifiuti, limitare l'uso dell'auto, in secondo luogo promuovendo la giustizia sociale e la solidarietà, cioè il rispetto dei diritti umani e delle diversità, la tutela dei più deboli e la cooperazione tra i popoli. E quindi su questo aspetto informarsi e sensibilizzarsi sui temi dello sviluppo sostenibile, sostenere le organizzazioni non governative che si occupano di cooperazione internazionale, aiuto umanitario e difesa dei diritti umani, adottare uno stile di vita etico e responsabile, scegliendo prodotti equosolidali o biologici, contrastare le discriminazioni, insomma anche i singoli cittadini possono incidere allo sviluppo sostenibile in modo significativo con le loro scelte personali.
Verso un'economia più ecologica e inclusiva Il rischio «greenwashing»
