di Francesca Lorandi

Buon vino senza togliere aria alla Terra

L'ESPERIENZA DELLA CANTINA DI SOAVE 04 ago 2021
Il progetto RafCycle. La cantina di Soave ha riciclato in 5 anni, dal 2015 al 2020, 145 tonnellate di carta siliconata Il progetto RafCycle. La cantina di Soave ha riciclato in 5 anni, dal 2015 al 2020, 145 tonnellate di carta siliconata

Restituire alla terra quanto la terra da secoli regala. Rispettarla, tutelarla, proteggerla, quando si tratta di vino, significa anche garantirsi sostenibilità nel tempo. Questa attenzione ha sempre fatto parte del Dna della Cantina di Soave e di tutti i suoi soci, prendendo forma, da alcuni anni a questa parte, attraverso iniziative e progetti strutturati. Come il RafCycle, che ha permesso alla Cantina di riciclare in cinque anni, dal 2015 al 2020, 145 tonnellate di carta siliconata per etichette autoadesive. Per produrre una bottiglia di vino si generano infatti necessariamente degli scarti come, ad esempio, questi supporti. Il recupero Le bobine esauste fino a poco tempo fa risultavano difficilmente recuperabili e venivano quindi smaltite come rifiuti. La Cantina di Soave ha invece deciso di investire per avviare un progetto grazie al quale è possibile riciclare questi scarti della filiera in nuova carta prodotta dalle cartiere Upm. Evitando di mandare in inceneritore questi rifiuti, sono state così risparmiate 34,8 tonnellate di anidride carbonica, che equivalgono a quella che emetterebbe un'automobile di medie dimensioni per compiere circa 229mila chilometri: ovvero 1.445 volte il giro del lago di Garda. Il contributo «L'adesione di Cantina di Soave a questo progetto», spiega il direttore generale Wolfgang Raifer, «è un ottimo esempio di economia circolare. Chiaramente noi abbiamo un consumo notevole di supporti in carta siliconata per etichette e scegliendo di riciclarli, piuttosto che di mandarli all'inceneritore, diamo il nostro piccolo contributo. Ciascuno deve fare la propria parte per cercare di migliorare le prestazioni e impattare il meno possibile sull'ambiente. Di fatto, si tratta di impiegare con intelligenza materiali e risorse». E per raggiungere questo obiettivo, la Cantina ha avviato diverse azioni in questi anni, che seguono l'intero ciclo di produzione del vino, dal vitigno, all'imbottigliamento e oltre. La tecnica Intanto, ogni socio è chiamato a una viticoltura sostenibile, seguendo cioè le linee tecniche di difesa integrata della Regione Veneto, approvate dal ministero della Salute. A questo proposito insieme ad alcuni soci viticoltori viene portato avanti il progetto biologico, una sfida iniziata qualche anno fa e in corso di implementazione: dalla vendemmia 2021 sono stati 120 gli ettari certificati Bio, principalmente di Soave Classico, Soave Doc e Valpolicella Doc. Dalla vendemmia 2023 si prevede di arrivare a quota 200. Dal momento che nella viticoltura biologica le strategie di difesa possono essere esclusivamente preventive, il prerequisito fondamentale per poter partecipare al progetto è che i vigneti si trovino in zone collinari ad alta vocazione. E poi, ovviamente, è necessaria una grande cura nelle pratiche in vigna. La filiera Ma c'è anche molto altro: i sottoprodotti ottenuti nella produzione del vino vengono consegnati a soggetti riutilizzatori, come le distillerie, mentre nei campi viene favorita l'irrigazione a goccia piuttosto che quella per aspersione. Anche le certificazioni. quando si parla di sostenibilità, hanno il loro peso, e la Cantina Rocca Sveva ha ottenuto quella V.I.V.A., un'etichetta del ministero dell'Ambiente che nasce per misurare e migliorare la performance di sostenibilità della filiera vite-vino. Proprio qui, a ridosso delle mura di Soave, è stato creato un polmone verde, un giardino botanico con più di 150 specie, tutte catalogate. L'energia Ma un grande investimento in sostenibilità è stato fatto anche nel quartier generale di viale della Vittoria, con un ampliamento terminato nel 2019 e una totale riorganizzazione logistico e produttiva che ha rappresentato sicuramente il passo più importante in questa direzione: dalla copertura nella quale sono stati montati dei pannelli fotovoltaici che garantiscono energia utile per i processi produttivi della cantina al reparto imbottigliamento, dove sono usati macchinari di riempimento ad elevata efficienza energetica e dove sono state installate delle lampade speciali che si autoregolano in base alla luce, sia negli uffici che nelle aree produttive. L'intento è migliorare il paesaggio e la qualità della vita nella comunità. Rispettare e tutelare il territorio e il terreno, base di partenza per un vino di qualità.. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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