di Ilaria Noro

«Investiamo per i progetti sostenibili»

IL CONFRONTO 07 lug 2021
La tavola rotonda alla Gran Guardia organizzata dall'Ordine degli ingenieri e dedicata alla sostenibilità La tavola rotonda alla Gran Guardia organizzata dall'Ordine degli ingenieri e dedicata alla sostenibilità

Il Pnrr, il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, potrebbe portare nel veronese un miliardo di euro, da tradurre in progetti volti a innovare il Paese e a traghettarlo verso la sostenibilità energetica e ambientale, digitalizzazione e innovazione, tutela delle risorse naturali. Dal collettore del Garda, cento milioni di euro, ad un piano di digitalizzazione per tutti i settori del Comune, trenta milioni, dalla messa a norma delle sedi della Provincia e di alcuni istituti scolastici, per oltre quaranta milioni, fino a un piano che punta entro tre anni a portare a 350 i punti di ricarica per le auto elettriche solo in città, le idee su come impiegare fondi e risorse non mancano. Eppure la partita è decisamente aperta. A fare la differenza saranno i progetti che, per ottenere copertura, dovranno essere efficaci e ben definiti. «Sul Pnrr si sa molto ma si sa ancora poco: non si è ancora aperto un tavolo di confronto con le Regioni per capire come le risorse saranno distribuite sul territorio: molte andranno al Sud, circa il 70 per cento», spiega Elisa De Berti, vicepresidente e assessore alle Infrastrutture della Regione Veneto. «Nel 2022, però, molte risorse andranno reinvestite: dobbiamo lavorare su progettualità ed essere pronti perché nel momento in cui non verranno spese altrove, ce le dobbiamo accaparrare. È un’occasione che non dobbiamo assolutamente sprecare», aggiunge l’assessore De Berti. Occasione per fare, seppur a grandissime linee, il punto su ciò che potrebbe essere entro i prossimi tre anni è stata la tavola rotonda, organizzata in Gran Guardia dall’Ordine degli Ingegneri nell’ambito dell’assemblea annuale e moderata dal giornalista de L’Arena Maurizio Battista. «Acqua, vento e sole sono le uniche tre energie davvero rinnovabili. Le prime due non si trovano ovunque, il sole sì ma con dei limiti: eppure i tetti di tutti gli edifici non basteranno a soddisfare le esigenze energetiche per gli obiettivi di Parigi 2015 e quindi di azzerare l’energia da fonte fossile. Si tratta di scegliere tra la sostenibilità e lo status quo: qualcosa dovremmo cambiare, le decisioni influenzeranno il nostro futuro», è la riflessione di Andrea Falsirollo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, da cui ha preso il via la discussione. «Quello del Pnrr è un’occasione straordinaria, dobbiamo farci trovare pronti con progettualità efficaci e necessarie al territorio», ha ribadito. La preoccupazione è proprio quella che siano in parte proprio i progetti a mancare. «Chi non ha li già pronti oggi, potrebbe non avere più tempo. Per società come la nostra o Agsm Aim, con piani degli interventi su base pluriennale, è decisamente più semplice. Ritengo che il Collettore abbia ottime chance di trovare copertura», ha analizzato Roberto Mantovanelli, presidente di Acque Veronesi. «Il Protocollo di Parigi ci pone una carbon neutrality entro il 2050, i nostri investimenti vanno proprio in questa direzione. A Ca’ del Bue non potrà mai essere fatto un inceneritore, la legge lo vieta, ma in questa immensa realtà industriale vorremmo diffondere una nuova filosofia di energia e ciclo del rifiuto. Inoltre, puntiamo sull’energia pulita, sana e rinnovabile, e lo faremo con 140 milioni circa da qui al 2024», ha elencato Stefano Casali, presidente di Agsm Aim. «Le proiezioni ci dicono che circa il cinquanta per cento dei veicoli sarà totalmente elettrico nel 2030, dunque stiamo agendo anche sul fronte colonnine», ha aggiunto Casali. «Stiamo aspettando di sapere cosa verrà finanziato perché ad oggi non abbiamo alcuna informazione, siamo un po’ confusi e smarriti», ha esordito invece l’assessore all’Innovazione tecnologica Francesca Toffali, centrando un’altra nota per ora dolente del Pnrr. «Abbiamo un piano di digitalizzazione che permea tutti i settori: ci stiamo preparando per accogliere dei fondi che ci auguriamo vengano indicizzati verso questo fronte, permettendoci di intervenire sui servizi ai cittadini e sulla gestione da remoto di tutti i servizi come illuminazione, sicurezza, irrigazione», ha aggiunto Toffali. «Al comparto agricolo sono riservati 6,4 miliardi di euro. Due miliardi andranno per il miglioramento e l’efficientamento delle rinnovabili, ovvero il biogas. 1,5 miliardi per l’agrifotovoltaico, che è una grande opportunità per il comparto agricolo», analizza Piergiovanni Ferrarese, responsabile di Confagricoltura Giovani. Infine, parola d’ordine è stata semplificazione. Solo pensare di far fronte agli obiettivi più che ambiziosi da centrare da qui ai prossimi anni con la burocrazia attuale è difficile, convergono i relatori. •.

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